Perché mai il presidente degli Stati Uniti d'America è noto in tutto il mondo e i suoi discorsi risuonano in ogni angolo del pianeta, mentre il presidente della Commissione dell'Unione europea che riveste la carica corrispondente nel Vecchio continente è sostanzialmente uno sconosciuto? La risposta è assai semplice: il presidente Usa esercita un potere politicamente sconfinato all'interno dei 50 stati della Federazione, potere che poi si riflette all'esterno, mentre il presidente della Commissione Ue conta poco, assai poco, all'interno del Vecchio continente e perfino nell'ambito della stessa Commissione, essendo poco più di un primus inter pares. Una spiegazione più tecnica consiste nel fatto che gli Stati Uniti sono una vera Federazione, anzi l'archetipo delle Federazioni, con un fortissimo potere centrale, attivo ed evidente soprattutto in materia di difesa militare e di politica estera, mentre l'Ue è ancora una confederazione in cui il centro è costretto a contrattare con gli Stati membri ogni espressione di potere. Va detto però che in via generale il fenomeno confederale tende a risolversi e a realizzarsi nella federazione, man mano che l'unione di Stati che ne fanno parte conviene sulla necessità o opportunità politica di incrementare il potere centrale, fino a definirlo come unitario o comune. È quanto sta accadendo anche nella vecchia Europa dove, con il Trattato di Lisbona si sono previste la presenza e l'attività di un ministro degli esteri e quindi una politica estera unitaria, valida e operante per tutta l'Unione. Un altro fattore di coesione è dato dal superamento del principio dell'unanimità dei voti degli Stati associati in tutte le decisioni importanti. Anche negli Stati Uniti all'inizio della loro storia era necessaria l'unanimità, ma con il tempo ci si è resi conto che la necessità dell'unanimità diventava una palla di piombo, un fattore gravissimo di paralisi soprattutto in politica estera. Va detto peraltro che il percorso storico compiuto dagli Stati Uniti non è facilmente replicabile in Europa. Qui ogni Stato ha dietro le spalle una propria storia autonoma e diversa da quella degli altri, fatta anche di conflitti, di scontri e di guerre che lasciano il segno. Insomma è più difficile ridurre tutto a unità, e, in sintesi può dirsi che le difficoltà della crescita dell'Europa sono tutte nelle diffidenza reciproca, nel resistente scetticismo. In definitiva si vuole l'Europa Unita, ma a volte come appendice dello Stato tradizionale.
(di Ennio Fortuna - Fonte: Italia Oggi)
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